sabato 18 gennaio 2014

Rôti dell'imperatrice

Ma sempre 'sto branzino...
Amici ne ho tanti, ma rischio di perderne alcuni; il mio amico Piero non ne può più di curiosare sul mio blog e ritrovarci sempre il maledetto branzino. Buono eh, per carità, ma se qualcuno seguisse queste pagine per provare ricette, a quest'ora si ritroverebbe le branchie sotto le orecchie. É vero, è molto tempo che non scrivo; non è che non ne abbia voglia o non abbia piatti da proporre, ma il tempo è stato tiranno e ancor più il maledetto fetente che si fece nuovo proprietario della amata Pentax contro la mia volontà.
In attesa di colmare l'importante mancanza, propongo una ricetta che non richiede descrizioni visive, o meglio, l'immagine più rappresentativa è ciò che la fantasia personale ci suggerisce.


Rôti dell'imperatrice
Si prende un'oliva ripiena d'acciuga e si mette dentro a una rondine pulita; la rondine si mette dentro a una quaglia, la quaglia dentro a una pernice e questa a sua volta dentro a un fagiano. Il succulento e aristocratico fagiano ripieno si mette a sua volta, affettuosamente, dentro a un tacchino, e il tacchino, infine, si mette dentro all'addome di un maialino non troppo grande, che viene richiuso con grande perizia. Questo pacchettino va messo tutto quanto in una casseruola per arrosti ben unta di strutto e, come insegnano i maestri, si fa arrostire a fuoco lento versandovi sopra di continuo lo stesso sugo che sprigiona. Quando si ritiene che sia cotto a puntino, si procede alla rovescia, ossia: si leva il tacchino dal maiale, il fagiano dal tacchino, ecc. E così sino a raggiungere il culmine di questa delizia culinaria, vale a dire, l'oliva, dove si annida la saporita sinfonia dell'acciuga.

da Ricette immorali di Manuel Vázquez Montalbán (pag.96)

Ricetta attribuita a Alexandre Dumas

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